III di III Costruzione mia 2a chitarra acustica (folk) dreadnought replica Martin Vintage



diario in tempo reale dalla chiusura della cassa in poi...

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    Grande Alessandro, ottimo lavoro e ottime spiegazioni!

    Un'alternativa per adattare le guance del tenone alla mortasa, rispetto al supporto che hai mostrato, è di usare direttamente la mortasa della cassa: inserisci due strisce di carta abrasiva appoggiandole ai lati della mortasa, inserisci il manico con il tenone infilato nella mortasa facendo una leggera pressione e fai scivolare fuori le strisce tirandole in modo da carteggiare il tenone o la mortasa, a seconda di come hai posizionato la carta abrasiva (o forse sarebbe meglio tela abrasiva, resiste di più alla trazione). Non è farina del mio sacco, l'ho visto in un video, ma non ho mai provato (perchè faccio il tacco alla spagnola, ma non è detto che nella prossima chitarra non riprovi la coda di rondine).

    Il tuo metodo ha il vantaggio di consentire un maggiore parallelismo sulle due guance, ma l'altro metodo elimina il rischio che la mortasa vera e quella del supporto possano non essere perfettamente identiche e quindi falsare il tenone. Dalla mia minima esperienza, ho riscontrato che mi riesce più facile fare un tenone abbastanza preciso e simmetrico rispetto alla mortasa, nella quale è difficile fare delle misurazioni precise, perciò credo che, se e quando proverò, terrò la mortasa un po' più stretta e proverò ad adattarla al tenone con quella tecnica. Anche perchè una volta montato il manico la trazione delle corde fa aderire alle fasce la parte alta delle spalle del tenone, mentre tende a far sollevare le spalle nella zona della punta del tenone, con effetto leva, quindi ai fini della tenuta, è fondamentale che sia perfettamente incastrata la parte verso la punta del tenone, mentre la parte più alta anche se è adattata con piallacci non ha problemi.

    Sembro un esperto, in realtà è che nell'unica coda di rondine che ho realizzato ho fatto una mezza enciclopedia di errori :)... ed ho scoperto anche che mezzo millimetro di sollevamento del tacco dalla parte della nocetta ti alza l'action di due millimetri abbondanti proprio in conseguenza dell'uso di piallacci che davano l'impressione che il manico fosse ben incastrato :(. In realtà era la zona verso la tastiera che teneva bene mentre quella verso la nocetta teneva meno, e un paio di mesi dopo aver montato le corde la nocetta si è sollevata di un mm dalle fasce (e le corde di 4 mm al 14° tasto... ti consiglierei di provare ad ispessire i piallacci con del nastro adesivo di carta nella zona verso la nocetta per capire se la tenuta in quell'area è perfetta o ha del lasco).
     
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    Wow! Quanto impegno!
    Non è da tutti prestarsi a divulgare le proprie conoscenze, complimenti!
    Io ho osservato più per curiosità che per necessita vera e propria in realtà, capire come sono costruiti gli strumenti penso sia sempre utile per ogni musicista, anche chi liutaio non è.
    Non pensavo che assemblare il manico fosse un operazione così complessa.
     
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    Grazie per i complimenti Alberto, la mie spiegazioni non sono in realtà granché chiare perché -come dicevo- sarebbe necessario trattare l'argomento partendo dalle basi, vale a dire dall'individuazione dei cinque parametri fondamentali: discesa, direzione, inclinazione, rotazione e abbassamento (quest'ultima "definizione" è mia) del manico rispetto alla cassa e la relative aree di riferimento da consumare sul tenone. Quando avrò maturato più esperienza non mancherò di tentare di realizzare un vero e proprio manuale. book

    Per quanto riguarda l'applicazione della carta abrasiva direttamente sulla mortasa, anziché sul supporto autocostruito, hai perfettamente ragione nel sostenere la tesi della maggior fedeltà, difatti anch'io -all'inizio- seguivo questo metodo (prima foto a seguire, per maggiori dettagli leggere questo vecchio post della presente discussione).

    carta abrasiva mortasa coda di rondine raddrizzare guance tenone
    raddrizzare guance tenone supporto carta abrasiva

    Ottima poi l'idea di applicare della tela abrasiva, anziché della semplice carta. :ottimo: Vorrei però illustrarti uno svantaggio dell'usare la tecnica mostrata nella prima foto: la carta va applicata con del nastro biadesivo, quindi una volta fissata sulla mortasa bisognerebbe smontarla più volte per effettuare delle eventuali ripetute prove a secco del tenone sulla mortasa, a verificare la bontà del nostro operato (smonta la carta, prova a secco, monta la carta, consunzione, smonta la carta... :wacko: :lol: ). Insomma, l'operazione di verifica progressiva risulterebbe un poco macchinosa...

    Il vantaggio di un supporto a parte (seconda foto) consiste invece nella possibiltà di un controllo agevole e costante degli effetti della consunzione, di passata in passata. Lo svantaggio, come hai giustamente individuato, consiste nel fatto che la mortasa riprodotta nel supporto potrebbe essere non perfettamente fedele all'originale.

    Naturalmente, nessuno dei due metodi è migliore dell'altro, e ognuno potrà scegliere quello che preferisce... :P



    Harry, ringrazio anche te per l'apprezzamento e sono felice che i miei deliranti video ed estenuanti sproloqui siano riuscito ad interessarti. :) In realtà le operazioni di orientamento del manico grazie alla coda di rondine non sarebbero così complesse ed impegnative se si riuscisse a lavorare con precisione assoluta in fase di fresatura della mortasa e del tenone. Qualcosa tende però sempre a sfuggire. A me è successo non tanto in fase di fresatura quanto nella definizione dell'inclinazione del manico, ma questa è un'altra storia... ;)
     
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    Le tue spiegazioni sono chiarissime, credimi.

    Piuttosto sono io che non mi sono spiegato bene: la carta o tela abrasiva non va incollata in nessun modo, va solo appoggiata alle pareti della mortasa (due strisce separate, una per lato), e una volta inserito il tenone va fatta scorrere fuori tirandola (in pratica il legno resta fermo e si muove la carta/tela), diversamente sono d'accordo con te: non solo sarebbe estremamente macchinoso, ma non avresti nessun progressivo effetto di adattamento tra mortasa e tenone.
     
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    Alberto, hai perfettamente ragione, ho frainteso le tua parole immaginando che parlassi d'altro. Come vedi oltre ai video mi faccio anche... i film. hyponosweat

    Ebbene sì, provai anch'io la tecnica delle striscette a tirare, che a dire il vero non mi convinse completamente. La colpa sarà stata certamente mia, non della tecnica in sé, che in futuro vedrò di ritentare (magari con l'ausilio della tela). ;)
     
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    Tranquillo, sapessi che film mi faccio io a volte, tutte prime visioni :D

    Se l'hai provata e non ti ha convinto sei sicuramente più attendibile di me, che l'ho solo visto fare in video. Anzi, ripensandoci su, forse potrebbe essere una buona tecnica per fare gli aggiustamenti finali, ma probabilmente lenta e poco efficace per la sgrossatura, quindi bisognerebbe partire con un lavoro di fresa già abbastanza vicino al risultato finale. Te lo saprò dire quando proverò ;)
     
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    Credo tu abbia ragione. Probabilmente il segreto consiste nel saper usare tutte queste tecniche al momento giusto. :)
     
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    Nel video a seguire, vorrei ora mostrarvi una delle operazioni preliminari all'incollaggio della tastiera alla chitarra. La prima che ho dovuto affrontare è quella della presenza di aria tra il tenone e la mortasa. Nel filmato si vede come ho colmato tale voragine con della colla alifatica.

    Come dicevo, per orientare il manico ho deciso di lavorare su quattro facce (due "guance" e due "spalle"), anziché cinque. La quinta è rappresentata dalla faccia posta all'estremità del tenone, idealmente a contatto con la "piana"(?) della mortasa ma in pratica distanziata da essa da almeno un paio di milimetri d'aria, per facilitare appunto le operazioni sulla coda di rondine.

    Generalmente i costruttori che come me non lavorano su quella faccia, non si curano affatto di quella voragine, o meglio, evitano poi di colmarla di colla durante l'incollaggio dell'accoppiata manico/tastiera alla cassa. Ciò credo sia dovuto ad un paio di motivi:

    • qualora si fosse optato per un incollaggio alla cassa dell'accoppiata manico/tastiera già congiunti, nel tentare di colmare tale caverna ci si esporrebbe al rischio di formazione di stalattiti o stalagmiti di colla, che in caso di rottura produrrebbero dei fastidiosi ticchettii dentro lo strumento.

    • da qualche parte ho letto che l'incastro a coda di rondine sarebbe preferito da molti liutai poiché in caso di riparazione permetterebbe una più agevole rimozione del manico dalla cassa. Colmando di colla tale caverna, tale rimozione si renderebbe certamente molto più difficoltosa.


    Dal canto mio, avendo congiunto alla cassa solo il manico (e non ancora la tastiera) ho potuto utilizzare delle accortezze inattuabili in caso si fosse optato per l'altro metodo costruttivo: mistura acqua/colla e strumento posto in orizzontale pancia all'aria.

    Qualcuno si chiederà il perchè della colla diluita nell'acqua.
    Semplice: perché in questo modo penetra meglio negli anfratti del legno. ;)

    Due parole sulla possibiltà di rimozione del manico dalla cassa: sarò poco previdente ma in tutta sincerità non riesco propro a vederla come una priorità. In ogni caso, qualora lo fosse stata, avrei utilizzato della colla animale reversibile, non avrei certo della colla alifatica Titebond.

    Dulcis in fundo: la colla alifatica, una volta cristallizzata, è un'eccellente conduttore di vibrazioni. Averla utilizzata per colmare quella caverna gioverà certamente alle qualità sonore dello strumento. :chitarra:

    Edited by Diari Acustici - 21/3/2020, 09:43
     
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    Ti auguro con tutto il cuore che tu non debba smontare il manico, io ho dovuto farlo ed è stato un incubo anche senza avere incollato il tenone di testa.

    Permettimi una perplessità riguardo all'utilizzo della Titebond per riempire lo scavo: due millimetri di aria sono parecchi, e poichè la Tite asciuga per evaporazione del solvente (acqua) secondo me è forte il rischio che in realtà non si sia formato uno spessore di colla pieno ed uniforme, ma che lo strato superiore che nella clip appare pieno ed uniforme lo sia solo superficialmente (dove l'acqua evapora prima perchè a contatto con l'aria, formando, grazie alla tensione superficiale, una pellicola uniforme), mentre all'interno, dove l'acqua evapora più lentamente, sospetto che si siano formate delle "camere" vuote (a maggior ragione essendo la colla diluita). Lo dico per esperienza, perchè ho provato più volte ad usare la Titebond come base per stucco per fessure (ad esempio nel caso di spazi tra il filetto e la tavola o le fasce), iniettandola con una siringa per essere sicuro che tutto fosse ben riempito, ma anche caricandola con polvere di legno ho sempre avuto l'effetto "caverna" una volta asciutta. Poi per questi lavori sono passato all'epossidica, almeno per i legni scuri, per quelli chiari, per quanto la carichi di polvere di legno chiaro, lo stucco rimane sempre più scuro del legno e quindi devo ancora trovare un'alternativa soddisfacente. Però l'epossidica non sarebbe adatta per il tuo scopo, perchè, a parte la totale irreversibilità nel caso in cui dovessi malauguratamente togliere il manico, anche una volta solidificata non è mai così cristallizzata come la Tite (almeno la colla, la resina forse è diversa ma non l'ho mai utilizzata), e quindi non trasmetterebbe altrettanto bene le vibrazioni, se non addirittura avrebbe un leggero effetto smorzante. Forse, volendo proprio fare l'incollatura di testa, la soluzione potrebbe essere inserire un piallaccio che passi di misura nella fessura e incollarlo con la Titebond.
     
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    L'idea della colla alifatica (Titebond) diluita in acqua mi è venuta osservando il mio maestro provvedere alla riparazione della... be' prima o poi mi deciderò a parlarvi nel dettaglio di questa sciagurata vicenda. shutup :P

    Alberto, le tue perplessità sono in effetti più che giustificate. La colla diluita ha certamente maggiori possibiltà di penetrare in ogni anfratto ma in effetti se l'esito dell'asciugatura potrebbe essere quello della produzione di caverne, verrebbe da chiedersi se non sia meglio utilizzare della Titebond non diluita, che forse non riuscirebbe a penetrare in ogni anfratto a causa della sua densità. A mia parziale discolpa posso dire di aver effettuato in più fasi l'operazione di riempimento, come si vede dal video, osservando di volta in volta la regressione del livello della colla una volta asciugata, il che farebbe ben sperare. ;)

    Bando alle ciance, eccovi un nuovo video:



    CITAZIONE (Alberto Capuzzo @ 16/3/2020, 19:03) 
    [...] Mi pare di capire che la raggiatura della tastiera tu la faccia dopo averla incollata, non hai difficoltà se devi ripassare gli alloggiamenti dei tasti per seguire la bombatura? Per quanto la protegga, io ho sempre paura di ammaccare la tavola armonica con la sega. Ma, a parte il problema di dover morsettare una "cosa curva" quando incolli la tastiera, vedi altri vantaggi nel raggiarla dopo? [---]

    E' vero Alberto, ripassare gli alloggiamenti dei tasti con la tastiera già incollata è abbastanza rischioso ma la cosa può essere ovviata con un po' d'attenzione e con l'ausilio di supporti tipo rasiere a mo' di protezione della tavola armonica. Naturalmente, ogni metodo comporta dei pro e dei contro...

    Per quanto riguarda la rettifica/raggiatura della tastiera, personalmente trovo utile eseguirla con la tastiera già incollata allo strumento poiché ciò mi permette di verificarne costantemente l'assetto in relazione al ponte, riga alla mano.

    Con l'occasione vorrei postare questi miei vecchi appunti (appena un poco revisionati) riguardanti la tracciatura degli alloggi dei tasti (non per altro: mi piace troppo 'sto sfondo quadrettato... :P).

    Esistono due scuole di pensiero riguardo la slottatura dei tasti: quella dei solchi dritti, quella sei solchi curvi. In questa prima parte, avendo a disposizione una tastiera in noce spessa 6mm, andremo ad eseguire dei solchi dritti da 3mm. Dopo l'incollaggio del manico alla cassa e la rettifica/radiatura della tastiera (che andrà a mangiarsi X mm), andremo ad incrementare la profondità dei solchi ripassandone solo i lati. Per fare ciò dovremo utilizzare il seghetto opportunamente inclinato. L'operazione è un poco pericolosa per la tavola armonica che averemo dunque cura di ricoprire con qualcosa di sottile ma molto resistente come delle rasiere.
     
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    Era più una disquisizione accademica, uno strato di titebond con delle caverne trasmette comunque più di una fessura completamente vuota :)

    Per quanto riguarda la lavorazione della tastiera, hai perfettamente ragione, esistono più scuole di pensiero, ed ognuna ha i propri vantaggi e svantaggi, alla fine io scelgo una soluzione o l'altra soprattutto in funzione dei miei punti deboli: evito le soluzioni nelle quali so già che rischierò di più di fare degli errori. E' per questo che mi piace chiedere e confrontarmi, magari qualcuno ha fatto delle scelte diverse dalle mie perchè ha trovato dei vantaggi che io non riesco ancora ad immaginare (o fatto degli errori che io non ho ancora fatto, ma farò di sicuro se non vengo avvertito).
     
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    Grande Diari Acustici !!!... Molto interessante! Colgo l'occasione nel segnalarvi una trasmissione radiofonica che ho ascoltato oggi su rairadio 3 e che è possibile riascoltare e/o scaricare dal sito RaiPlay cliccando direttamente sul link riportato sotto! Ecco una breve descrizione ed il link al programma:

    "Me la faccio e me la suono"

    Attenzione alla differenza che c’è tra costruire una chitarra e suonare una chitarra. Se uno è in grado di fare entrambe le cose in modo professionale, o comunque artisticamente valido - ovvero se è un chitarrista che ha l’abilità di creare dal nulla il proprio strumento - allora sì che fa la differenza. Un genere abbastanza raro. Oltre Brian May dei Queen e Eddie Van Halen, gli esempi più celebri e iconografici di chitarristi “autocostruttori” - tra tanti “distruttori” - che il rock abbia conosciuto, oggi andiamo cercando 5 musicisti-artigiani 5, più inventori che liutai in senso stretto, i quali già che c’erano e che partivano da zero hanno apportato la loro personale rivoluzione al concetto stesso di chitarra.

    Les Paul, Lover
    Bo Diddley, Mumblin’ Guitar
    Weesay, Oi Chips
    Paolo Angeli, Optimism
    Debashish Bhattacharya, Sufi Bhakti

    https://www.raiplayradio.it/audio/2020/03/...b9c9bcfb69.html

    Un saluto ad Alessandro e a tutti gli iscritti, sperando che stiate tutti bene in questi "strani giorni"! Ciao, alla prossima!
     
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    Grazie Hartman, molto interessante, sia per l'aspetto della liuteria che musicale, in particolare Debashish Bhattacharya, che non conoscevo, è stato una rivelazione.

    E un grande in bocca al lupo per la vita anche da parte mia.
     
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    Grazie mille Rino, io sto bene, tutto a posto, spero lo stesso anche per te. :) Un (bel) po' di fatica al lavoro, ma ci può stare.
    Veramente molto interessante quanto da te citato, appena trovo un po' di tempo provo ad approfondire...

    Nel frattempo... un grandissimo in bocca al lupo a tutti anche da parte mia! :)
     
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    Be', riprendiamo col diario di lavorazione. :)

    Come dicevo di là, è arrivata la vernice. Probabilmente non riuscirò a verniciare in questi giorni, causa tempo troppo umido. Nel frattempo vedrò di postare qualche video sulle ultime lavorazioni. In verità avrei voluto realizzarne di più dettagliati ma le non buonissime riprese e qualche magagna e indecisione di troppo mi hanno convinto a tirare dritto senza troppi fronzoli sia con le lavorazioni che coi filmati. Nel breve video di questo post, viene mostrato l'incollaggio della tastiera e la radiatura della stessa.
     
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